HCC, ICI e TKI
Terapia real-world in un singolo centro e outcome in pazienti con carcinoma epatocellulare trattati con immunoterapia
Messaggi chiave
- La terapia con inibitori del checkpoint immune si è consolidata come opzione terapeutica nel carcinoma epatocellulare, ma l’approvazione – che si basa su trial clinici con stretti criteri di eleggibilità – ne limita la generalizzabilità alla pratica clinica.
- I pazienti con carcinoma epatocellulare avanzato e cirrosi CP-A o B possono ricevere terapia sistemica sequenziale comprendente inibitori del checkpoint immune.
- Gli outcome di sopravvivenza nella coorte studiata risentono dell’inclusione di pazienti con funzione epatica più compromessa e di una selezione dei pazienti meno restrittiva rispetto ai trial clinici.
Background
Cosa c’è di noto su questo argomento?
- La terapia con inibitori del checkpoint immune (ICI) si è consolidata come opzione terapeutica nel carcinoma epatocellulare (HCC, hepatocellular carcinoma).
- L’approvazione si basa su trial clinici con stretti criteri di eleggibilità che ne limitano la generalizzabilità alla pratica clinica.
- Non vi sono inoltre terapie standard stabilite post-ICI.
Come è stato condotto questo studio?
- In questo studio retrospettivo sono stati inclusi i pazienti con HCC avanzato trattati con ICI in monoterapia (ICI-MT) o in associazione (ICI-A) in qualunque linea di terapia.
Risultati
Cosa aggiunge questo studio?
- La coorte era costituita da 118 pazienti: età mediana 63 anni (24, 88); 84% maschi; 35% ispanici/latini, 26% asiatici, 19% bianchi non ispanici, 5% neri e 15% sconosciuti.
- Eziologia della cirrosi: 13% epatite B, 45% epatite C, 16 % epatopatia alcolica, 10% steatosi epatica non alcolica (NAFLD, nonalcoholic fatty liver disease) e 16 % mista/altro; il 73% aveva un Child Pugh (CP) basale A, il 25% CP-B, e il 2% CP-C; i punteggi ALBI erano ≤-2,60 nel 32%, -2,60 < e ≤-1,39 nel 48% e ≥-1,39 nel 19% dei pazienti; il 62% aveva patologia extraepatica e/o invasione portale; l’AFP era ≥400 ng/ml nel 25% dei pazienti.
- L’81% dei pazienti era stato sottoposto a precedente terapia locale.
- Le terapie sistemiche di prima linea erano: inibitori delle tirosin-chinasi (TKI) in 52 pazienti (44%), ICI-MT in 42 (36%), ICI-A in 15 (13%), agenti di trial clinici (ATC) in 8 (7%) e chemioterapia in 1 (1%), con una durata mediana di 4 mesi (IC 95%: da 2,3 a 4).
- 91 (77%) e 61 pazienti (52%) hanno ricevuto rispettivamente ≥2 o 3 linee di terapia.
- 57 pazienti hanno ricevuto ICI-MT e 14 ICI-A in seconda linea o oltre.
- La durata mediana della terapia ICI era di 4 mesi (IC 95%: 3-5) per tutte le linee.
- Le terapie post-ICI comprendevano 11% ICI, 30% ATC e 59% TKI.
- I TKI comprendevano sorafenib (46%), cabozantinib (27%), lenvatinib (15%) e regorafenib (27%).
- Per la coorte di 118 pazienti, la sopravvivenza globale (OS, overall survival) mediana (mOS) è stata di 14 mesi (IC 95%: 12-19).
- Per i pazienti trattati con ICI in prima linea, la mOS è stata di 11 mesi (0,74); la mOS post-ICI è stata di 6 mesi (IC 95%: 3-9) e la sopravvivenza libera da progressione mediana di 3 mesi (IC 95%: 2-3).
- 31 pazienti hanno ricevuto un TKI post-IC; la mOS per questo sottogruppo è stata di 19 mesi (15,22); la mOS dall’inizio del TKI post-ICI è stata di 6,5 mesi (4,12).
- All’analisi di regressione multivariata, il punteggio ALBI è risultato associato alla OS (HR 1,63, p = 0,02, IC 95%: 1,08-2,27).
Conclusioni e prospettive
Qual è l’impatto di questo studio sulla pratica clinica?
- I pazienti con HCC avanzato e cirrosi CP-A o B possono ricevere terapia sistemica sequenziale comprendente ICI.
- Gli outcome di sopravvivenza nella coorte studiata risentono dell’inclusione di pazienti con funzione epatica più compromessa e di una selezione dei pazienti meno restrittiva rispetto ai trial clinici.
- L’uso di TKI post-ICI è fattibile nella pratica clinica, ma si tratta di una realtà che necessita di ulteriori studi prospettici.
Funding: ---
Disclosure: per il presentatore, nessuno