HCC e NASH
Risposte all’immunoterapia nei pazienti con carcinoma epatocellulare con cirrosi da steatoepatite non alcolica
Messaggi chiave
- Recenti studi preclinici suggeriscono che la monoterapia con farmaci diretti contro PD-1 non causi riduzione del carcinoma epatocellulare in caso di steatoepatite non alcolica sottostante.
- Questo studio retrospettivo ha osservato tassi significativamente maggiori di progressione di malattia come migliore risposta all’immunoterapia nei pazienti con carcinoma epatocellulare e cirrosi sottostante da steatoepatite non alcolica rispetto a quelli senza.
- Ulteriori studi prospettici potranno chiarire l’impatto dell’eziologia dell’epatopatia sottostante sulla risposta all’immunoterapia nel carcinoma epatocellulare.
Background
Cosa c’è di noto su questo argomento?
- Negli USA il carcinoma epatocellulare (HCC, hepatocellular carcinoma) è la causa in più rapida crescita di mortalità da cancro.
- Recenti studi preclinici suggeriscono che la monoterapia con farmaci diretti contro PD-1 (programmed cell death protein 1) non causi riduzione dell’HCC in caso di steatoepatite non alcolica (NASH, nonalcoholic steatohepatitis) sottostante.
- Sono tuttavia necessari ulteriori studi per chiarire l’impatto dell’immunoterapia sui pazienti con HCC associata a NASH.
Come è stato condotto questo studio?
- Si tratta di uno studio retrospettivo su singolo centro che analizza le migliori risposte all’immunoterapia in pazienti con HCC e cirrosi sottostante da NASH.
- I pazienti sono stati divisi in due gruppi: quelli con HCC associato a cirrosi NASH e quelli con HCC senza cirrosi NASH.
- Tutti i pazienti sono stati trattati con immunoterapia come agente singolo o in associazione con altre terapie oncologiche, ed è stata effettuata una valutazione della risposta nel corso della terapia.
Risultati
Cosa aggiunge questo studio?
- Complessivamente sono stati inclusi 79 pazienti: 15 pazienti nel gruppo HCC associato a cirrosi NASH e 64 pazienti nel gruppo HCC senza cirrosi NASH.
- Analizzando la miglior risposta all’immunoterapia, 7 pazienti (46,7%) con HCC e cirrosi NASH hanno avuto progressione di malattia come migliore risposta vs. 7 pazienti (10,9%) con HCC senza cirrosi NASH (risk ratio 4,27, p = 0,004).
- Inoltre, per il gruppo senza cirrosi NASH, 57 pazienti (89,1%) hanno avuto controllo di malattia (malattia stabile, risposta parziale o risposta completa) con l’immunoterapia vs. 8 pazienti (53,3%) nel gruppo con HCC associato a cirrosi NASH (risk ratio 1,67, p = 0,004).
- Non si sono osservate differenze significative nell’età, genere dei pazienti o agenti immunoterapici utilizzati nei due gruppi, ma c’era una percentuale significativamente maggiore di pazienti di etnia ispanica nel gruppo con HCC senza cirrosi NASH (p = 0,006).
- Guardando a tutti i soggetti in studio, i pazienti di etnia ispanica non sembrano avere un rischio significativamente maggiore di progressione di malattia rispetto ai pazienti di etnia non ispanica (p = 0,07).
Conclusioni e prospettive
Qual è l’impatto di questo studio sulla pratica clinica?
- In questo studio sono stati osservati tassi significativamente maggiori di progressione di malattia come migliore risposta all’immunoterapia nei pazienti con HCC e cirrosi NASH rispetto a quelli senza cirrosi NASH.
- Con l’uso sempre più diffuso dell’immunoterapia nei pazienti con HCC saranno necessari ulteriori studi prospettici per chiarire l’impatto dell’eziologia dell’epatopatia sottostante sulla risposta all’immunoterapia.
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Disclosure: per il presentatore, nessuno