HCC e beta-bloccanti
Outcome dei beta-bloccanti nel carcinoma epatocellulare trattato con inibitori del checkpoint immune
Messaggi chiave
- Molti studi hanno dimostrato che l’uso di beta-bloccanti nei pazienti con cirrosi può ridurre il rischio di sviluppare carcinoma epatocellulare, e nei pazienti con carcinoma epatocellulare i beta-bloccanti possono migliorare la sopravvivenza globale.
- I pazienti che hanno utilizzato beta-bloccanti in corso di immunoterapia per carcinoma epatocellulare non resecabile non hanno avuto differenze statisticamente significative nella sopravvivenza globale o nel tasso di risposta globale rispetto ai pazienti che non li hanno utilizzati.
Background
Cosa c’è di noto su questo argomento?
- L’ipertensione portale aumenta la permeabilità intestinale, le disbiosi e la traslocazione batterica causando uno stato infiammatorio che può far progredire l’epatopatia.
- Molti studi hanno tuttavia dimostrato che l’utilizzo di beta-bloccanti (BB) in pazienti con cirrosi può ridurre il rischio di sviluppare carcinoma epatocellulare (HCC, hepatocellular carcinoma), e nei pazienti con HCC i BB possono migliorare la sopravvivenza globale (OS, overall survival).
- Recentemente gli inibitori del checkpoint immune (ICI) sono diventati la prima linea di terapia nei pazienti con HCC non resecabile.
- Scopo di questo lavoro è stato valutare se l’uso di BB conferisca benefici di sopravvivenza nei pazienti trattati con ICI utilizzando dati real-world.
Come è stato condotto questo studio?
- È stata condotta una revisione retrospettiva delle cartelle di pazienti con HCC trattati con ICI dal 2017 al 2019 in 13 centri in Nordamerica, Europa e Asia per valutare l’associazione tra uso di BB e OS, e tra uso di BB e tasso di risposta globale (ORR, overall response rate).
- Sono stati usati modelli di regressione logistica univariata e multivariata per valutare le associazioni e sono state effettuate analisi di sopravvivenza con il metodo di Kaplan Meier.
Risultati
Cosa aggiunge questo studio?
- È stato valutato un totale di 578 pazienti. L’età mediana della coorte era di 65 anni, e l’80% dei soggetti erano maschi.
- La maggior parte dei pazienti (70%) aveva la cirrosi. Le cause dell’epatopatia erano le seguenti: epatite B (22%), epatite C (36%), alcol (20,8%) e steatoepatite non alcolica (13%).
- La maggior parte dei pazienti (73,5%) aveva una epatopatia classe A di Child Pugh (CP), e un buon performance status con punteggio ECOG 0 (52%) o 1 (45%).
- La maggior parte dei pazienti (75%) trattati con ICI ha ricevuto solo un inibitore di PD-1.
- Si sono verificati 360 decessi (62% dei pazienti) con un follow-up mediano di 30,8 mesi (quartili: 17,2-40,3 mesi).
- 203 pazienti (35%) hanno utilizzato BB in un qualunque momento in corso di terapia con ICI. Il 51% di questi pazienti utilizzava BB non selettivi mentre il 49% assumeva un BB cardio-selettivo.
- L’uso di BB non correlava in modo significativo con la OS (hazard ratio, 1,12; IC 95%: 0,9-1,39; p = 0,298) o l’ORR (odds ratio, 0,84; IC 95%: 0,54-1,31; p = 0,451) alle analisi univariata o multivariata.
Conclusioni e prospettive
Qual è l’impatto di questo studio sulla pratica clinica?
- Dai risultati di questo studio, i pazienti che hanno utilizzato BB in corso di immunoterapia per HCC non resecabile non hanno differenze statisticamente significative nella OS o nell’ORR rispetto a pazienti che non utilizzato usato BB.
- Sono necessari maggiori studi per indagare l’effetto del BB sul microbioma, sull’attivazione immune e sull’HCC.
Funding: ---
Disclosure: per il presentatore, nessuno