Predittori di risposta obiettiva alle terapie di associazione immuno-oncologiche in prima linea per il carcinoma renale metastatico: risultati dall’International Metastatic Renal Cell Database Consortium
Messaggi chiave
- A oggi, i predittori di risposta obiettiva alle terapie di associazione immuno-oncologiche di prima linea non sono ancora stati identificati con certezza.
- La presenza di metastasi polmonari, nefrectomia citoriduttiva e gruppo di rischio IMDC favorevole si associano a maggiore probabilità di risposta alla immunoterapia di associazione in prima linea.
Background
Cosa c’è di noto su questo argomento?
- I predittori di risposta obiettiva alle terapie di associazione immuno-oncologiche (IO) di prima linea non sono ancora stati identificati con certezza.
- Questo studio mira a caratterizzare le variabili cliniche e le loro associazioni con la miglior risposta globale osservata.
Come è stato condotto questo studio?
- Utilizzando l’IMDC sono stati identificati retrospettivamente i pazienti trattati in prima linea con ipilimumab + nivolumab (I + N) o con associazioni approvate IO/inibitori di VEGF (vascular endothelial growth factor) (IOVE).
- I pazienti sono stati classificati secondo RECIST v1.1 come responder (ovvero con risposta completa [CR, complete response] o con risposta parziale [PR, partial response]) o non-responder (malattia stabile [SD, stable disease] o progressione di malattia [PD, progressive disease]).
- Per aggiustare i dati per i criteri IMDC è stata utilizzata la regressione logistica.
Risultati
Cosa aggiunge questo studio?
- Su 1084 pazienti, 794 (73%) sono stati trattati con I + N e 290 (27%) con IOVE (axitinib + pembrolizumab, cabozantinib + nivolumab, axitinib + avelumab, lenvatinib + pembrolizumab).
- Le classi di rischio IMDC favorevole, intermedio e scadente includevano rispettivamente 147 (16%), 517 (55%) e 272 (29%) pazienti.
- Degli 898 pazienti con risposte valutabili, 37 (4%) hanno raggiunto come migliore esito la CR, 343 (38%) la PR, 315 (35%) la SD e 203 (23%) la PD.
- La sopravvivenza mediana globale dall’inizio della terapia di prima linea era: rispettivamente non raggiunta, 55,9, 48,1 e 13 mesi (logrank p <0,0001).
- In un modello multivariato, le metastasi polmonari e la nefrectomia citoriduttiva (CN, cytoreductive nephrectomy) (effettuata dopo la diagnosi di malattia metastatica e prima della terapia di prima linea) hanno dimostrato associazione indipendente con la risposta, dopo aggiustamento per criteri IMDC.
- I fattori non associati alla risposta comprendono (con valori univariati di p): il genere (p = 0,58), l’età (p = 0,06), l’istologia sarcomatoide (p = 0,99), lo status di fumatore (p = 0,39), la presenza di metastasi epatiche (p = 0,63) e cerebrali (p = 0,12).
- Come nell’era della monoterapia VEGF, un miglior rischio prognostico IMDC si associa alla risposta. Risultati analoghi sono stati osservati per quanto riguarda la sola coorte I + N.
Conclusioni e prospettive
Qual è l’impatto di questo studio sulla pratica clinica?
- La presenza di metastasi polmonari, la CN e il gruppo di rischio IMDC favorevole si associano a maggiore probabilità di risposta alla immunoterapia di associazione in prima linea.
- Saranno necessari ulteriori lavori per identificare predittori affidabili di risposta per selezionare le terapie e consigliare i pazienti.
Research Funding: --
Disclosure
Speakers’ Bureau - Ekas; Ipsos; Kyowa Kirin