Focus on Carcinoma renale

Dall’ASCO Genitourinary Cancers Symposium 2022

Efficacia degli inibitori delle tirosin kinasi dopo associazione con ipilimumab + nivolumab nei pazienti con carcinoma renale a cellule chiare metastatico: risultati dal Canadian Kidney Cancer Information System

Presentato da: Austin Kalirai*, et al.
*University of Queensland, Brisbane, QLD, Australia

Messaggi chiave

  • L’uso di ipilimumab + nivolumab è un’opzione di prima linea approvata per i pazienti con criteri prognostici IMDC intermedi/scadenti.
  • L’uso degli inibitori del fattore di crescita endoteliale vascolare come sunitinib hanno dimostrato attività nella terapia del carcinoma renale a cellule chiare metastatico, ma la loro efficacia dopo ipilimumab + nivolumab necessita di migliore caratterizzazione.
  • Questo studio dimostra che gli inibitori delle tirosin kinasi sono attivi dopo ipilimumab + nivolumab nel carcinoma renale a cellule chiare metastatico.

Background

Cosa c’è di noto su questo argomento?

  • L’uso di ipilimumab + nivolumab (I + N) è un’opzione di prima linea approvata per i pazienti con criteri prognostici IMDC intermedi/scadenti.
  • L’uso degli inibitori del fattore di crescita endoteliale vascolare come sunitinib hanno dimostrato attività nella terapia del carcinoma renale a cellule chiare metastatico (ccmRCC), ma la loro efficacia dopo I + N necessita di migliore caratterizzazione.
  • Questo studio dimostra l’efficacia di sunitinib, e di altri agenti TKI, dopo I + N nel ccmRCC in un setting real world.

Come è stato condotto questo studio?

  • I pazienti con ccmRCC trattati con I + N e successivamente con TKI tra il 1° gennaio 2011 e il 31 dicembre 2019 sono stati identificati dal Canadian Kidney Cancer Information System (CKCis).
  • Sono stati calcolati il tempo al fallimento della terapia (TTF, time to treatment failure), ovvero il tempo dall’inizio del primo TKI all’interruzione per qualsiasi motivo, e la sopravvivenza globale (OS, overall survival), ossia il tempo dal primo TKI al decesso, con il metodo di Kaplan-Meier.
  • La regressione di Cox è stata utilizzata per aggiustare secondo criteri IMDC.
  • I criteri RECIST sono stati utilizzati per determinare la miglior risposta globale (ORR, overall response) ai TKI radiograficamente.

Risultati

Cosa aggiunge questo studio?

  • 64 pazienti sono stati trattati con TKI post I/N.
  • Le caratteristiche e gli outcome sono elencati in Tabella.
  • Dei pazienti trattati con TKI in seconda linea, 51 sono stati trattati con S, 10 con pazopanib e 3 con altri TKI.
  • Le ragioni per l’interruzione dei TKI in seconda linea sono state nel 28% casi tossicità, nel 34% progressione, nel 7% altre ragioni e il 31% è rimasto in terapia.
  • Il tempo di follow-up mediano era di 12,9 mesi.
  • L’ORR per TKI in seconda linea globalmente e per S in seconda linea è risultato rispettivamente del 30,0 e del 29,4%.

Conclusioni e prospettive

Qual è l’impatto di questo studio sulla pratica clinica?

  • Questi dati dimostrano che i TKI sono attivi dopo I + N nel ccmRCC.
  • Il TTF potrebbe sottostimare la sopravvivenza libera da progressione a causa dell’ampio numero di pazienti che interrompono la terapia per tossicità e non per progressione.
  • L’efficacia dei TKI in seconda linea post I + N nel dataset analizzato è simile a quella di S in prima linea riportata in recenti trial randomizzati di fase 3, suggerendo che potrebbe non esserci una significativa perdita di attività del TKI dopo una terapia di prima linea con I + N.
  • Complessivamente, tali dati supportano l’uso di TKI dopo I + N.

Research Funding: --
Disclosure
None


Report

Studio di fase 2 su cabozantinib neoadiuvante in pazienti con carcinoma renale a cellule chiare localmente avanzato non metastatico
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*Oncologia, Fondazione Policlinico Universitario "A. Gemelli" IRCCS, Università Cattolica, Roma